Parlare di stampanti 3D, soprattutto in questo periodo storico, equivale a parlare di come le nuove tecnologie possono alimentare le economie mondiali, influenzando sensibilmente metodologie di sviluppo in qualsiasi settore dell’industria.
In questo percorso, l’industria italiana, tra le più colpite dalla crisi economica attuale, comincia a fare i conti con la parola innovazione o prova ad uscire da un medioevo tecnologico, forse anche grazie all’emergenza che stiamo vivendo.
In Italia sono ancora in pochi coloro che parlano di 3D applicato, forse dimenticando che fra innovazione e tecnologia accessibile, il posto d’onore dovrebbe essere riservato alla stampa in 3D, applicazione tecnologica che sta conquistando sempre più posizioni per usabilità e soprattutto per convenienza.
Sicuramente la strada da percorrere è ancora lunga, ma in prospettiva le possibilità di sfruttare in campi svariati questa tecnologia sono altissime, si pensi solo al settore delle arti grafiche, ma non solo.
In particolar modo l’Italia risulta uno degli stati protagonisti dell’evoluzione dell’additive manufacturing, grazie alle tante imprese produttrici di stampanti 3D dall’alto contenuto innovativo e tecnologico.
L’importanza dell’applicazione della stampa 3d deriva dalla possibilità di questa tecnologia di abbattere tutte le barriere che la vedevano relegata a pochi ambiti specifici, a beneficio invece di un utilizzo ben più ampio e creando di fatto un settore tutto nuovo: quello delle stampanti 3D industriale.
La sfida che tutto il mondo ha dovuto affrontare nella lotta al Corona virus ne è un esempio calzante e totalmente pertinente a spiegare questo nesso, con la realizzazione di svariati dispositivi in ambito di protezione sanitaria.
Questa applicazione, a titolo esemplificativo e non esaustivo, durante la crisi sanitaria, ci permette di capire quanto invece potrebbe essere incidente l’utilizzo della tecnologia 3D in tutti i settori.
Alcune statistiche indicano che molte imprese italiane, si sono scontrate in qualche modo, con la produzione 3D prevedendo questa tecnologia all’interno di compartimenti della propria filiera produttiva.
Il dato certo ed interessante è che, con l’ausilio della stampa 3d, la creazione dei prototipi risulta di gran lunga semplificata in tutte le sue fasi, ed i processi di creazione dell’oggetto stesso vengono ampiamente snelliti anche dal profilo logistico-organizzativo. Il solo fatto di poter combinare modifiche in digitale a prodotti esistenti, rende più facile anche eventuali successive modifiche e migliorie sui prodotti finali.
Non di rado infatti, si ricorre alle stampanti 3d per creare parti di un prodotto già esistente, allo scopo di completarlo, migliorarlo, o per renderlo più funzionale. Eliminando così quelle piccole imperfezioni in pochi passaggi e, soprattutto, abbattendo costi e tempi di produzione.
Si stanno delineando nuove frontiere, nuovi confini in cui le aziende possono muoversi e sperimentare, per innovare processi migliorando la qualità e l’efficienza.
Queste ricerche hanno evidenziato i possibili vantaggi, ma anche le possibili aree di sviluppo e di crescita del mercato della stampa 3D.
I campi di sviluppo sono numerosi e, molto spesso, dipendono dalla scelta dei materiali, dalla disponibilità di investimento e dalle tempistiche.
La maggior parte delle aziende italiane, che utilizzano le stampanti 3D nei loro processi, fino ad ora ha scelto di usare prevalentemente filamenti plastici o anche materiali compositi, ma ora si comincia a guardare con occhi diversi anche ad altri materiali altrettanto performanti.
Questo aspetto sui materiali è fondamentale e ricopre uno dei punti di forza della stampa 3D, definendo la possibilità di strutturare i propri prodotti in modo innovativo ed anche personalizzando con materiali affini a mission e vision aziendali.
Un’alternativa interessante sempre sul versante dei materiali da utilizzare, rispetto alle classiche produzioni in metallo sono i così detti Tecnopolimeri, ossia dei filamenti plastici che mischiati a fibre specifiche (fibra di carbonio o fibra di vetro) danno vita a filamenti le cui perfomance sono in molti casi accostabili a quelle dei metalli con un grande vantaggio: la leggerezza, possibile grazie alla possibilità di regolare il riempimento e la trama interna dell’oggetto stampato.
Come abbiamo accennato all’inizio, la scelta e la disponibilità di nuove materie prime, comporta inevitabilmente l’utilizzo delle stampanti 3d in nuovi campi di applicazione e quindi nuovi modi di sperimentare e di creare business sostenibili da tutti i punti di vista.
L’upgrade della stampa 3D è progressivo e allo stato attuale vede numerose evoluzioni: dalla stessa velocità di stampa, alla realizzazione dei prodotti e dei prototipi, dalla precisione delle linee, fino al miglior riempimento delle cavità.
In questo settore tutto è in perenne evoluzione, anche velocissima e di sicuro non mancano anche i margini di miglioramento e di espansione sul mercato sempre meno di nicchia.
La stampa 3d è una realtà che ci è sempre più vicina grazie alla tecnologia che si evolve continuamente, rendendo i processi immediati e sicuri, con le competenze tecniche che via via iniziano a diffondersi, di certo stiamo assistendo ad importanti cambiamenti grazie a questa tecnologia.
Oggi rispetto al passato vi è stato sicuramente un certo abbattimento nei costi di produzione e nel tempo, con il diffondersi di questa tecnologia di stampa, si assisterà ad un progressivo abbattimento dei costi (ad esempio sui filamenti) e di tempistiche.
Immediatamente potremmo pensare all’applicazione nel settore design e visual, dimenticando che per esempio il settore della componentistica, a svariati titoli, in cui si ha utilità massima per la produzione di macchinari personalizzati (plastica e alluminio) sostituibili con prodotti realizzati ad-hoc in stampa 3D.
Come spesso accade solo col tempo ci si renderà conto della vera evoluzione della stampa 3d, quel che è certo è che il suo diffondersi è proporzionale alla necessità di innovare e crescere, che le aziende italiane stanno dimostrando di avere.